MENSCHEN
Menschen fa parte di un ciclo più ampio sul tema della serialità consumistica e sul ruolo della figura del intellettuale oggi. La condanna verso la società borghese capitalista e verso la passività dell’essere umano, che in essa è sempre più schiacciato, riecheggia nell’opera dell’artista sloveno che, attraverso la plasticità della pittura esalta l’importanza del pensiero e allo stesso tempo denuncia una “costante ricaduta nell’oggetto”. Se la matericità pittorica conferisce spessore ai volti dei grandi pensatori del nostro tempo – da Papa Francesco, a Ernst Junger, Garry Kasparov passando tra gli altri per Jeff Koons, Damien Hirst, Stephen Hessel allo stesso tempo amplifica la natura oggettuale dei tondi e degli ovali di legno o cartone sui quale posa, così come il fatto che questi siano appoggiati come veri e propri oggetti spesso su delle mensole che corrono lungo i muri degli spazi espositivi.
Incasellate in strutture geometriche simboleggianti i meccanismi sociali che regolano la vita degli individui, le figure rappresentate in mostra sembrano far echeggiare le loro voci nello spazio, facendo rimbalzare da un’icona a un’altra, da una parete all’altra, le domande che questi uomini e donne hanno saputo sollevare nel tempo mettendo in discussione il nostro mondo.
Francesca Lazzarini
1. Pier Paolo Pasolini, 2015, oil on board, Ø 30 cm – 2. Max Weber, 2016, oil on board, Ø 30 cm – 3. Gerry Kasparov, 2013, oil on board, Ø 30cm – 4. George Orwell, 2016, oil on board, Ø 30 cm – 5. Simone Weil, 2016, oil on board, Ø 30 cm – 6. Simone De Beauvoir, 2016, oil on board, Ø 30 cm – 7. Daniel Bensaid, 2013, oil on board, Ø 30cm – 8. Byung-Chul Han, 2016, oil on board, Ø 30 cm – 9. Anthony Burgess, 2016, oil on board, Ø 30 cm – 10. Alain Badiou, 2013, oil on board, Ø 30cm.
MENSCHEN
Menschen fa parte di un ciclo più ampio sul tema della serialità consumistica e sul ruolo della figura del intellettuale oggi. La condanna verso la società borghese capitalista e verso la passività dell’essere umano, che in essa è sempre più schiacciato, riecheggia nell’opera dell’artista sloveno che, attraverso la plasticità della pittura esalta l’importanza del pensiero e allo stesso tempo denuncia una “costante ricaduta nell’oggetto”. Se la matericità pittorica conferisce spessore ai volti dei grandi pensatori del nostro tempo – da Papa Francesco, a Ernst Junger, Garry Kasparov passando tra gli altri per Jeff Koons, Damien Hirst, Stephen Hessel allo stesso tempo amplifica la natura oggettuale dei tondi e degli ovali di legno o cartone sui quale posa, così come il fatto che questi siano appoggiati come veri e propri oggetti spesso su delle mensole che corrono lungo i muri degli spazi espositivi.
Incasellate in strutture geometriche simboleggianti i meccanismi sociali che regolano la vita degli individui, le figure rappresentate in mostra sembrano far echeggiare le loro voci nello spazio, facendo rimbalzare da un’icona a un’altra, da una parete all’altra, le domande che questi uomini e donne hanno saputo sollevare nel tempo mettendo in discussione il nostro mondo.
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1. Pier Paolo Pasolini, 2015, oil on board, Ø 30 cm – 2. Max Weber, 2016, oil on board, Ø 30 cm – 3. Gerry Kasparov, 2013, oil on board, Ø 30cm – 4. George Orwell, 2016, oil on board, Ø 30 cm – 5. Simone Weil, 2016, oil on board, Ø 30 cm – 6. Simone De Beauvoir, 2016, oil on board, Ø 30 cm – 7. Daniel Bensaid, 2013, oil on board, Ø 30cm – 8. Byung-Chul Han, 2016, oil on board, Ø 30 cm – 9. Anthony Burgess, 2016, oil on board, Ø 30 cm – 10. Alain Badiou, 2013, oil on board, Ø 30cm.
© 2023 Aleksander Velišček #artworks #contemporaryart #oilpainting etc.. Privacy policy
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